domenica 10 settembre 2006

Superman returns

Supermanfrina

Esiste un supereroe intrinsecamente più noioso di Superman? E’ invincibile, indistruttibile, immarcescibile. Ancor prima di cominciare sai già che ce la farà. C’è da demolire un asteroide in volo? C’è Superman. Bisogna fermare un aereo con una mano? Arriva Superman. Problemi con gli scarichi del bagno? Insomma, è praticamente impossibile scrivere una sceneggiatura decente per Superman, perché non c’è nessun nemico che gli tenga testa.

Il film originale del 1978? Richard Donner poteva contare su effetti speciali da Oscar e un cast magniloquente che includeva, oltre allo sfortunato Christopher Reeve, niente meno che Marlon Brando, Glenn Ford e Gene Hackman. E la storia, scusate se è poco, era di Mario Puzo, l’autore del Padrino. A Brian Synger, che pure è uno dei miei registi preferiti, hanno dato gli scrittori di Urban Legends 3, e potete immaginare la differenza.

L’autore degli Insoliti sospetti gioca tutte le sue carte per restituire un minimo di tridimensionalità a un personaggio sottile come la carta da fumetti, ma la storia è (molto) meno veloce della luce e non bastano gli effetti speciali “da paura” a tenere desta l’attenzione per due ore e mezza. In breve: Superman torna dopo cinque anni di assenza per scoprire che Lois Lane ha avuto un figlio e lo odia; seguono crisi esistenziale e losco piano di Lex Luthor/Kevin Spacey per dominare il mercato immobiliare uccidendo miliardi di persone (sic!). Alla fine si parteggia apertamente per il cattivo: o che faccia fuori Superman, o che faccia fuori l’umanità, potremmo almeno risparmiarci l'inevitabile seguito.

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