domenica 26 novembre 2006

La mia super ex-ragazza

La vendetta di Uma

Non vorrei sembrare il Noam Chomsky dei poveri, ma ho sempre pensato che la subcultura dei supereroi rappresentasse una metafora della politica estera americana. Vorrà anche salvare il mondo, ma di fronte a un semidio onnipotente che può incenerirti con lo sguardo non sai mai cosa possa capitarti ed è meglio non trovarsi dalla parte dei nemici, neanche per sbaglio. Il che è esattamente quello che succede a Matt Sanders (Luke Wilson, I Tenenbaum).

Dopo aver sedotto la timida bibliotecaria Jenny (Uma Thurman) scopre che non solo si tratta della supereroina G-Girl, ma che la ragazza è anche supernevrotica, superinsicura e superappiccicosa. Quindi la scarica. La vendetta è altrettanto super: la macchina del poveretto finisce in orbita, il suo appartamento a pezzi e come regalo d'addio gli viene recapitato uno squalo vivo in camera da letto. “La mia super ex ragazza” ha un regista che la sa lunga in fatto di commedie come Ivan Reitman (Ghostbusters) e uno sceneggiatore politicamente scorretto come Don Payne (I Simpson), oltre a un cast di successo che include anche la reginetta delle pellicole demenziali Anna Faris (Scary Movie).

A uno spunto iniziale molto divertente segue uno svolgimento un po' a grana grossa, e il finale è deboluccio. Però si ride, soprattutto grazie a Luke Wilson, che sfoggia un aplomb alla Cary Grant davvero sorprendente.

domenica 19 novembre 2006

Aspiranti registi cercasi

Quando si dice la sincronicità dell'universo. Non faccio tempo a scrivere che la qualità dei video forlivesi sul web è mediamente bassa che subito l'università propone un corso e un laboratorio gratuiti per giovani da 17 a 35 anni: il primo per formare gli aspiranti filmaker del terzo millennio, il secondo per realizzare una serie di cortometraggi. Il corso per registi avrà una durata complessiva di 70 ore suddivise in una fase teorica – storia e linguaggio del cinema – e una pratica – scrittura, pre-produzione, produzione (riprese) e post-produzione (montaggio) di un audio-visivo. Le lezioni si terranno tutti i venerdì pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30 a partire dal primo dicembre presso l’aula anfiteatro della sede universitaria di via Pratella. Il laboratorio permanente di produzione audiovisiva coinvolgerà invece ragazzi e studenti universitari dai 17 ai 35 anni nella realizzazione di brevi cortometraggi della durata di 3-5 minuti. L’intenzione è quella di selezionare un gruppo di lavoro di tre o quattro persone che apprenderà nell’arco dei mesi tutte le conoscenze utili alla realizzazione di un audio-visivo e che collaborerà con il regista Alessandro Quadretti seguendo il processo produttivo in tutte le sue fasi, inclusa quella del casting degli aspiranti attori che si terrà il 2 dicembre al Teatro Il Piccolo. Per informazioni e iscrizioni: segreteria di Presidenza del Polo scienfico-didattico di Forlì, via Volturno n. 7, tel. 0543-374328, www.poloforli.unibo.it

domenica 12 novembre 2006

Cosa danno sul tostapane?

La fruizione del prodotto artistico che chiamiamo “cinema” si sta spostando inesorabilmente fuori dal luogo fisico che identifichiamo come tale. L’aspetto rilevante non riguarda tanto la mutazione del mezzo di riferimento, visto che i film si vedono in TV dagli anni Cinquanta.

Se c’è qualcuno che è così masochista da guardarsi un lungometraggio sul telefonino o sul tostapane, insomma, sono fatti suoi. La vera rivoluzione è un’altra, e concerne la democratizzazione di un mezzo che finora è stato per forza di cose elitario.

Basti pensare a fenomeni come Youtube e Google Video, che potenzialmente consentono a chiunque di rendere disponibili al pubblico globale i propri film, con la stessa dignità e rilevanza di qualsiasi altro tipo di contenuto. Per ora, in realtà, più che altro si gozzoviglia. Inserendo la parola chiave “Forlì” (la città in cui vivo) in tali siti, ad esempio, ho potuto ammirare diversi episodi di goliardia psicotica, variopinta propaganda, un razzo alimentato a caramelle e le istruzioni di un paio di concittadini per creare una sorta di bombetta molotov all’acido, con tanto di disclaimer “don’t try this at home”.

Un livello così basso mi tranquillizza. La diffusione ad ampio raggio di una tecnologia, infatti, di solito genera l’aumento spropositato dei produttori di contenuti “artistici” a scapito del numero dei potenziali destinatari. Conoscete qualcuno che potendo vantare un pollice opponibile non abbia ancora partorito un romanzo, un atto teatrale, un musical, una canzone, un quadro, una scultura? Vi prego di presentarmi questo genio raro. Tutti artisti, niente arte. Tutti registi, niente cinema.

domenica 5 novembre 2006

Scoop

Il fantasma di Woody

Sondra Pransky è una studentessa di giornalismo americana in visita a Londra. Una sera, partecipando allo spettacolo del Mago Splendini (alias Sid Waterman, un prestigiatore di terza categoria), alla ragazza appare il fantasma di Joe Strombel, un giornalista defunto che è fuggito dalla barca di Caronte per annunciare una notizia sensazionale: il famoso killer dei tarocchi è in realtà l’aristocratico Peter Layman.

E’ questo lo “Scoop” di cui parla il titolo del nuovo parto di Woody Allen, che a settant’anni e passa continua a sfornare pellicole di un certo successo, complice la capacità di assemblare attorno a sé cast di grido a basso costo.

Questa volta i nomi “in” includono Scarlett Johansonn e Hugh Jackman, oltre ad Allen medesimo, ma il risultato non è dei più brillanti: Scoop è una farsa a tratti gradevole ma priva di mordente, in cui il compiacimento per le atmosfere british e l’amore per i film d'annata non riescono mai a far decollare l’attenzione degli spettatori al di là della cortesia che si deve a un vecchio maestro. La trama traballa e, quel che è peggio, latitano le battute che hanno reso famoso il regista. Non importa, "Match Point" non è lontano. Provaci ancora, Woody.

barcamp Romagna