lunedì 12 giugno 2006

Amori mondiali

Quattro appuntamenti con il dramma sentimentale

Capisci che l’Italia sta cambiando quando i massimi e indiscussi esperti sportivi del Paese (il tuo barbiere e il tuo edicolante) ti confessano che – causa disillusione da scandalo arbitri – non riusciranno a seguire i mondiali con lo spirito di un tempo. “Al massimo le partite della nazionale, e forse nemmeno quelle”, sospirano tra i singhiozzi. Alla loro passione tradita si potrebbe dedicare la bella rassegna “Amori mondiali” organizzata per quattro mercoledì alla Sala del Foro Boario dalle ragazze del cineclub Forcine, al motto di “mi sono tanto divertita; ho pianto tanto”. Si parte il 14 giugno con un classico del fazzoletto, “La voce nella tempesta”, del 1939. Ispirato al romanzo “Cime tempestose” di Emily Bronte rimane nella storia del cinema per il cast d’eccezione (Laurence Olivier su tutti) e in quella del doppiaggio tricolore per il mitico birignao di Lia Orlandini che chiama Heathcliff nella tempesta. Il 21 giugno scende in campo per l’Italia un altro campione della congestione nasale: “Senso” (1954) di Luchino Visconti, interpretato da una splendida Alida Valli. Il 28 giugno si spreme qualche lacrimuccia intellettuale con “Io e Annie”, manifesto alleniano dell’incomunicabilità di coppia. Si chiude in tristezza il 5 luglio con “La signora della porta accanto”, dramma dell’amor fou firmato da Francois Truffaut in cui ripensando alle proprie storie passate tutti piangono, donne e uomini, pur se per motivi assai diversi. Ingresso riservato ai soci ForCine (tessera 3 euro). Per info: tel: 349/3937087 info@forcine.net.

domenica 4 giugno 2006

Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti

Signori, i bambini son tornati. E non sto parlando di quelli finti della televisione, nossignori. Sono quelli veri, col moccio al naso e le croste alle ginocchia, perenni come le nevi del Cervino.

Basta guardarsi intorno al parco, la domenica, per capire che la generazione degli anni ’70 ha cominciato a far figli. Sono dappertutto. Persino al cinema, a guardare i cartoni animati, un genere che sembrava destinato a diventare esclusiva di coppiette e scoppiati in fase regressiva.

Ma i bambini questo non lo sanno: persino una evidente parodia come “Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti”, ispirato al film-cult di Bryan Singer, diventa l’occasione per divertirsi in allegria.

Il cinefilo basisce, perché i bambini non colgono il raffinato moltiplicarsi delle angolazioni del racconto, né si curano del fatto che l’ironia dietro alcune situazioni sia in effetti un po’ logora.

I bambini non sanno che questo è il primo film prodotto dai fratelli Weinstein dopo l'uscita dalla Miramax, e non comparano nemmeno la qualità dell’animazione rispetto a un altro classico della parodia come Shrek.

Ridono della capra canterina e basta, mentre i padri e le madri, distrutti, dormono e lasciano al pubblico pagante il discutibile piacere di educare la prole altrui a non piantare i cari piedini nella schiena del vicino. Insomma, mai visti tanti bambini a vedere un film per bambini. Era ora, lasciatemelo dire.

barcamp Romagna