Anplagghed, al cinema
Tutto il resto è video
E' inutile scandalizzarsi e atteggiarsi a puristi. Se “Anplagghed” è primo nella classifica dei film di dicembre una ragione ci sarà. E' evidente che la riproposizione su pellicola dell'ultimo spettacolo di Aldo, Giovanni e Giacomo non è “cinema” come lo intendono i critici.
Non c'è storia, regia, montaggio: solo un'accozzaglia di sketch teatrali mediamente divertenti, talvolta esilaranti, spesso meno. Ma cosa definisce l'esperienza cinematografica? In un mondo in cui il “cinema” viene visionato sui cellulari, sugli Ipod, sui computer, nella lavatrice, insomma in qualsiasi luogo purché non sia una sala buia insieme ad altre persone, vale la pena ricordare che l'essenza del “cinema” in realtà è proprio questa: una trance collettiva indotta dalla visione di immagini a 24 fotogrammi al secondo, all'interno di un luogo buio a ciò esclusivamente deputato.
Il resto – le teorie, gli attori, le follie dei registi – sono contingenze, destinate a svanire nel nulla. Quando decine di persone condividono la stessa emozione di fronte a uno schermo illuminato, tutte insieme e ognuna per conto proprio, quello è “cinema”, perché il cinema è della gente. E non importa se proietti la settimana Incom, Fellini, Jerry Lewis o Aldo, Giovanni e Giacomo. Finché c'è gente al cinema, il cinema esisterà. Tutto il resto è video.
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