Non aver paura
Uno degli spot della campagna di Bush contro Kerry che si rivelarono più efficaci mostrava un branco di lupi pronti a scagliarsi contro l’America se il candidato democratico avesse vinto. Morale della favola? La paura, e non l’amore, è il sentimento che muove il mondo, tutto sta a trovare quella giusta. Partendo da questo assunto psicologico – in verità non più così originale - il regista di Non aver paura, Angelo Longoni (Naja), ha scelto di contaminare i generi, miscelando giallo psicologico, thriller e dramma familiare.
Franco e Laura (Alessio Boni e Laura Morante, sempre bellissima) si sono separati da poco: lei ha tradito e lui non ha perdonato. La donna accusa l’ex marito di non passarle abbastanza denaro e intanto lavora in una chat line erotica. Di nascosto, perché l’uomo - ossessionato dall’idea di ottenere l’affidamento del figlio di nove anni, Luca (Andrea Ragno) – potrebbe sfruttare la cosa a suo vantaggio. Mentre odio e rancore cominciano a farsi strada anche nella mente del bambino, che ha sviluppato un amico immaginario dal carattere opposto al proprio, una misteriosa minaccia appare all’orizzonte: un cliente pedofilo che sembra conoscere molte cose della vita privata di Laura...
Preso come film di genere Non aver paura sarebbe limitato (ricorda, a tratti, certe produzioni anni ‘80) ma potrebbe funzionare, grazie alle scene inquietanti girate col piccolo protagonista e il suo gemello. Purtroppo le pretenziose suggestioni sociali sul tema del doppio pasticciano il tutto, sgonfiano il climax. Ci sono cose di cui un regista dovrebbe avere una sacrosanta paura: far la morale in modo così sfacciato, ad esempio. Nemmeno Hitchcock si è mai permesso.
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