Slevin, patto criminale
Sulle tracce di Sex Crimes
Slevin (Josh Hartnett) è un ragazzo molto sfortunato. Nello stesso giorno perde il lavoro, la casa, la ragazza, il portafogli, e viene scambiato per l’amico scomparso dagli scagnozzi di due diversi gangster a cui deve un sacco di soldi: il Boss (Morgan Freeman) e il Rabbino (Ben Kingsley), loschi figuri che si guardano in cagnesco dalle rispettive roccaforti dopo una vita trascorsa a combinare affari sporchi.
Nel frattempo un truce killer di nome Goodkat (Bruce Willis) è al lavoro, mentre la ragazza della porta accanto (una insolita Lucy Liu) e il poliziotto tutto d’un pezzo (Stanley Tucci) indagano sulla vicenda. Ma è davvero solo sfortuna, quella di Slevin?
Si è parlato di Quentin Tarantino come ispiratore di questo film estivo firmato dal regista scozzese Paul McGuigan (The Acid House, Appuntamento a Wicker Park). Ma, francamente, a parte il gangsterismo da garzantina e la violenza gratuita sparsa a piene mani, l’autore di Kill Bill c’entra poco. Nonostante il cast stellare, Slevin – Patto criminale mi ha ricordato, piuttosto, un thriller di serie B del 1998: “Sex Crimes – Giochi pericolosi”. Stesso procedimento induttivo nella stesura della sceneggiatura (da un finale “shock” a un plot barcollante e autoreferenziale). Stessa disonestà complessiva nei confronti dello spettatore, che non può distinguere tra flashback “veri” e inventati. Stesso incomprensibile entusiasmo del pubblico adolescente. Con una differenza: se non capite dopo cinque minuti dall’inizio del film qual è la vera trama di Slevin, tanto vale che continuiate a dormire.
2 commenti:
beh posso dirle che mentre tanrantino offre violenza gratuita lei offre offese gratuite .
sono una di quegli adolescenti che sono rimasti entusiasti da questo film e che tanto lei nn comprende,sono una di quelle che ha avuto dei dubbi sulla trama fino alla fine ,quindi dopo cio che lei ha affermato io dovrei considerarmi un ignorante priva di gusto che nella vita dovrebbe solo dormire e nn interessanti in cose che solo persone colte come lei potrebbero comprendere.
beh meglio essere cosi che come lei che per commentare un film insulta altri.
cordiali saluti da una 17enne a cui è piaciuto il film
ehm, tra "un" e "ignorante" ci andrebbe l'apostrofo.
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